mercoledì, 13 giugno 2007

1,5 miliardi per l'aiuto umanitario: troppi o troppo pochi?

La Svizzera verserà 1,5 miliardi di franchi a titolo di aiuto umanitario per il periodo 2007-2011. Dopo la Camera alta, anche qualla bassa ha accettato di stanziare questo credito-quadro. L'aiuto alle organizzazioni non governative (ONG) non dovrà essere strettamente umanitario.

Quest'ultimo aspetto ha irritato la destra nazionalista dell'Unione democratica di centro (UDC), secondo cui è inammissibile che ONG, "finanziate in gran parte con fondi pubblici", intervengano in campagne di votazione per combattere la posizione del Consiglio federale. L'UDC ha alluso in particolare alla votazione sull'asilo e gli stranieri del settembre 2006.

Ma la Camera del popolo non ha voluto obbligare le ONG a utilizzare le somme percepite solo a scopi non politici. "Ciò equivarrebbe a introdurre una forma di censura inaccettabile", ha affermato un'esponente socialista.

Da parte sua, la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha rilevato che le ONG condividono i principi della cooperazione allo sviluppo elvetica: "neutralità, indipendenza e imparzialità". Micheline Calmy-Rey ha anche sottolineato che le catastrofi provocate dall'uomo o dalla natura sono massicciamente aumentate negli ultimi anni.

1,5 miliardi per l'aiuto umanitario: troppo poco? troppo? È necessario controllare meglio la distribuzione di danaro alle ONG? La Svizzera deve aiutare anche paesi che non rispettano la democrazia? Dite la vostra e inviateci i vostri commenti!

venerdì, 1 giugno 2007

Come deve comportarsi la Svizzera nel conflitto fiscale?


I servizi di Micheline Calmy-Rey hanno ricevuto una lettera dalla Commissione europea in merito alle agevolazioni fiscali cantonali accordate a holding europee con sede in Svizzera. La parola "negoziati" non figura neldocumento. Perilmomento Bruxelles chiede di preparare una riunione di esperti così come proposto dal Consigliofederale.

L'esecutivo elvetico si era già reso disponibile a dialogare, ma non a negoziare. Tuttavia, secondo il mandato conferito degli stati membri dell'Ue, la Commissione europea potrebbe accentuare la pressione in qualsiasi momento, per indurre la Svizzera a mettere un termine "all'imposizione differenziata degli utili interni e stranieri". I ventisette vogliono inoltre essere regolarmente informati sull'evoluzione delle discussioni.

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