venerdì, 9 novembre 2007
Svizzera-UE, approvato rapporto su aiuti statali a imprese
Alla vigilia delle discussioni che verranno avviate la prossima settimana tra una delegazione svizzera e una dell'Unione Europea (UE) per dirimere la controversia fiscale, il Consiglio federale ha approvato oggi un rapporto sugli aiuti statali alle imprese e sulla concorrenza fiscale. Il documento -che illustra le differenti concezioni sui due fronti - non contiene conclusioni politiche, anche se il ministro delle finanze Hans- Rudolf Merz durante una conferenza stampa svoltasi oggi a Berna ha ribadito: "dialogo sì, trattative no".
Il consigliere federale ha inoltre sottolineato gli obiettivi perseguiti dalla Svizzera nel quadro del "dialogo" con i 27: salvaguardare la concorrenzialità della Svizzera e la via bilaterale senza compromettere una politica fiscale autonoma e la riforma dell'imposizione delle imprese.
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domenica, 2 settembre 2007
Polemiche sulla vendita di carri armati alla Romania
Il fabbricante turgoviese di veicoli militari Mowag fornirà 31 carri granatieri di difesa all'esercito rumeno, impegnato in Iraq a fianco degli Stati Uniti.
Il consigliere nazionale Luzi Stamm dell'Unione democratica di centro, presidente della commissione degli affari esteri della Camera del popolo, ritiene ad esempio che la neutralità è troppo preziosa per rischiarla in questo modo. Stamm spera che la commissione voglia occuparsi di questo caso e decida di bloccare la vendita. Anche il consigliere nazionale Mario Fehr del Partito socialista ha espresso il suo scetticismo. A suo avviso è inammissibile che armi svizzere finiscano in Iraq.
Secondo la Segreteria di Stato dell'economia, questa fornitura non contravviene alla legislazione svizzera sull'esportazione di armi. " Contattata da swissinfo, la SECO ha indicato di non vedere inconvenienti nella vendita in questione. Rita Baldegger, responsabile della comunicazione, ha affermato che "in quanto Stato membro della Nato e dell'UE, la Romania soddisfa le condizioni previste nella legge sul materiale bellico". La SECO ha inoltre precisato che il Governo rumeno si è impegnato a non vendere o noleggiare tale materiale a paesi terzi.
Questi blindati saranno forniti alla Romania, con la quale la Svizzera intrattiene relazioni chiare. Dal profilo legale non vi è nessun impedimento a questa fornitura", ha dichiarato a swissinfo Lars Knuchel, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri. A suo avviso, la questione è tuttavia di competenza della Segreteria di Stato dell'economia (SECO).
mercoledì, 18 luglio 2007
DSC termina aiuto d'emergenza ma rimane per ricostruzione
La Svizzera ha deciso di terminare il proprio programma di aiuto d'emergenza in Libano, avviato un anno fa dopo lo scoppio del conflitto tra Hezbollah e Israele. Con i 20 milioni di franchi stanziati dal Consiglio federale per le vittime della guerra la Confederazione non figurava tra i donatori principali, ma i soldi sono stati utilizzati bene e dove era necessario, ha dichiarato all'ATS Friederich Steinemann, responsabile di progetto della Direzione dello sviluppo e della cooperazione. La DSC ora rimane nel paese dei cedri per la fase della ricostruzione.
Gli aiuti elvetici hanno sostenuto da una parte le attività multilaterali delle Nazioni Unite e del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr); dall'altra progetti bilaterali gestiti dalla DSC in collaborazione con organizzazioni locali. Il contributo elvetico è stato sottoposto al controllo di due organi indipendenti, tra cui la PriceWaterhouseCoopers.
L'aiuto d'emergenza è stato destinato in particolare a sette villaggi andati distrutti nel sud del Paese, ai numerosi rifugiati palestinesi presenti in Libano e a oltre 60 scuole. Si stima che oltre 12 000 persone abbiano beneficiato direttamente dei progetti.
Tuttavia la situazione non si è affatto normalizzata. Per questo motivo diversi partner hanno chiesto alla DSC di restare sul posto, ha spiegato Steinemann, aggiungendo che prima o poi l'aiuto d'emergenza deve essere sostituito dalla ricostruzione a livello economico e politico. Secondo François Barras, ambasciatore svizzero in Libano, vi è in vista un progetto per promuovere una buona amministrazione governativa nel sud del Paese; in ogni caso la DSC rimarrà presente sul territorio con due collaboratori locali.
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giovedì, 12 luglio 2007
Il Patto mondiale nel mirino delle ONG
Alla vigilia del vertice sul Patto mondiale che si terrà a Ginevra, numerose organizzazioni non governative (ONG) hanno duramente criticato l'iniziativa dell'ONU. La consigliera federale Calmy-Rey ritiene tuttavia che l'iniziativa, lanciata nel 1999 dall'ex segretario dell'ONU Annan per promuovere i diritti umani nell'economia, sia una buona idea.
Olivier Classen ha ricordato che dalla nascita del Patto mondiale nel 1999 a Davos, la sua organizzazione lo ha sempre qualificato come "una tigre di carta pesta, più simile alla classica foglia di fico, che ad un impegno serio." "Le idee sdoganate dal Patto mondiale – ha aggiunto il rappresentante della DB - nuocciono all'immagine delle Nazioni Unite, come pure allo sviluppo di forme efficaci nel campo della responsabilità sociale delle imprese".
La presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey, che mercoledì sera ha inaugurato il vertice del "Global Compact" alla presenza del segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, ha dunque sottolineato i pregi di questa alleanza. "L'idea è che le imprese hanno un ruolo insostituibile nella realizzazione dei grandi obiettivi dell'ONU. Da un lato il Global Compact – ha sottolineato Calmy-Rey - ha aiutato il mondo degli affari ad assumere la propria cittadinanza d'impresa, dall'altro l'ONU e i suoi membri si sono ispirati dalle pratiche affinate dal settore privato".
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mercoledì, 13 giugno 2007
1,5 miliardi per l'aiuto umanitario: troppi o troppo pochi?
La Svizzera verserà 1,5 miliardi di franchi a titolo di aiuto umanitario per il periodo 2007-2011. Dopo la Camera alta, anche qualla bassa ha accettato di stanziare questo credito-quadro. L'aiuto alle organizzazioni non governative (ONG) non dovrà essere strettamente umanitario.
Quest'ultimo aspetto ha irritato la destra nazionalista dell'Unione democratica di centro (UDC), secondo cui è inammissibile che ONG, "finanziate in gran parte con fondi pubblici", intervengano in campagne di votazione per combattere la posizione del Consiglio federale. L'UDC ha alluso in particolare alla votazione sull'asilo e gli stranieri del settembre 2006.
Ma la Camera del popolo non ha voluto obbligare le ONG a utilizzare le somme percepite solo a scopi non politici. "Ciò equivarrebbe a introdurre una forma di censura inaccettabile", ha affermato un'esponente socialista.
Da parte sua, la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha rilevato che le ONG condividono i principi della cooperazione allo sviluppo elvetica: "neutralità, indipendenza e imparzialità". Micheline Calmy-Rey ha anche sottolineato che le catastrofi provocate dall'uomo o dalla natura sono massicciamente aumentate negli ultimi anni.
1,5 miliardi per l'aiuto umanitario: troppo poco? troppo? È necessario controllare meglio la distribuzione di danaro alle ONG? La Svizzera deve aiutare anche paesi che non rispettano la democrazia? Dite la vostra e inviateci i vostri commenti!
Quest'ultimo aspetto ha irritato la destra nazionalista dell'Unione democratica di centro (UDC), secondo cui è inammissibile che ONG, "finanziate in gran parte con fondi pubblici", intervengano in campagne di votazione per combattere la posizione del Consiglio federale. L'UDC ha alluso in particolare alla votazione sull'asilo e gli stranieri del settembre 2006.
Ma la Camera del popolo non ha voluto obbligare le ONG a utilizzare le somme percepite solo a scopi non politici. "Ciò equivarrebbe a introdurre una forma di censura inaccettabile", ha affermato un'esponente socialista.
Da parte sua, la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha rilevato che le ONG condividono i principi della cooperazione allo sviluppo elvetica: "neutralità, indipendenza e imparzialità". Micheline Calmy-Rey ha anche sottolineato che le catastrofi provocate dall'uomo o dalla natura sono massicciamente aumentate negli ultimi anni.
1,5 miliardi per l'aiuto umanitario: troppo poco? troppo? È necessario controllare meglio la distribuzione di danaro alle ONG? La Svizzera deve aiutare anche paesi che non rispettano la democrazia? Dite la vostra e inviateci i vostri commenti!
venerdì, 1 giugno 2007
Come deve comportarsi la Svizzera nel conflitto fiscale?
I servizi di Micheline Calmy-Rey hanno ricevuto una lettera dalla Commissione europea in merito alle agevolazioni fiscali cantonali accordate a holding europee con sede in Svizzera. La parola "negoziati" non figura neldocumento. Perilmomento Bruxelles chiede di preparare una riunione di esperti così come proposto dal Consigliofederale.
L'esecutivo elvetico si era già reso disponibile a dialogare, ma non a negoziare. Tuttavia, secondo il mandato conferito degli stati membri dell'Ue, la Commissione europea potrebbe accentuare la pressione in qualsiasi momento, per indurre la Svizzera a mettere un termine "all'imposizione differenziata degli utili interni e stranieri". I ventisette vogliono inoltre essere regolarmente informati sull'evoluzione delle discussioni.
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martedì, 22 maggio 2007
L'opuscolo
La Presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), invita i cittadini a un dialogo sulla politica estera svizzera.
Il DFAE ha pubblicato a questo scopo un nuovo opuscolo dal titolo "Dialogo - La politica estera attraverso il dialogo" che illustra i principali aspetti della politica estera svizzera mediante sei esempi.
Il DFAE ha pubblicato a questo scopo un nuovo opuscolo dal titolo "Dialogo - La politica estera attraverso il dialogo" che illustra i principali aspetti della politica estera svizzera mediante sei esempi.
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La neutralità
La neutralità non si limita a non iniziare una guerra e a non appoggiare nessun belligerante. Neutralità non significa nemmeno chiudere gli occhi davanti agli orrori della guerra. Neutralità significa dare una voce alle vittime delle guerre.
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Conflitti e pace
La promozione della pace costituisce uno degli obiettivi principali della politica estera svizzera. Ma la piccola Svizzera può ottenere risultati in conflitti distanti? La risposta è sì. Con anni di perseveranza e una grande abilità, ha disinnescato per esempio una guerra civile in Sudan.
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